
Le principali testate dedicate al mondo del food & beverage hanno messo in primo piano, nei giorni scorsi, una notizia che sta facendo parlare tantissimo gli appassionati di spumante. L’azienda vinicola catalana Freixenet, storico marchio specializzato nella produzione di Cava, ha annunciato un corposo piano di licenziamenti, che coinvolge più o meno un quarto del personale.
Freixenet: cosa sapere sul taglio del personale
Come riportato nelle scorse settimane da diverse testate specializzate, tra cui Italia a Tavola, il piano licenziamenti di Freixenet non ha ancora carattere definitivo. Si parla, infatti, di condizioni oggetto di negoziazione su tavoli ai quali parteciperanno anche i rappresentanti di alcune sigle sindacali. Nelle ultime settimane del mese di aprile, l’azienda ha inviato una nota ufficiale ai dipendenti.

Tra le righe di questa comunicazione, ha messo in primo piano i motivi dietro a questa scelta, facendo riferimento alle difficoltà che la filiera sta attraversando soprattutto nel corso dell’ultimo triennio e in particolare a causa della siccità che ha colpito la zona della Catalogna. Questa congiuntura climatica rappresenta un fattore fortemente problematico per un territorio che deve molta della sua forza economica alla viticoltura.
Proprio a causa della siccità , la situazione che gli attori della filiera stanno vivendo può essere definita, a ragione, come insostenibile. Per rendersene conto, basta sottolineare come nella nota inviata ai dipendenti si parli di crisi non della singola realtà aziendale, ma di tutto il gruppo di cui fa parte, ossia la holding tedesca Geschwister Oetker.
Una crisi senza precedenti
Sempre nella suddetta comunicazione, si parla di una “crisi senza precedenti” per lo spumante Cava, tra i principali spumanti spagnoli e vino prodotto con metodo classico. Si tratta di un vino storico per l’enologia catalana e di un’eccellenza che, oggi come oggi, deve essere gestita affrontando cambiamenti mai visti prima.

Lo scenario è estremamente grave. A dimostrare l’impatto della situazione climatica, basta ricordare il fatto che, nei giorni scorsi, la Catalogna, con il suo governo autonomo, ha formalizzato il primo step di ingresso nella fase di emergenza del Piano Speciale Siccità . Quest’ultimo coinvolge la popolazione di ben 202 comuni che, ad oggi, hanno a disposizione solo il 16% delle proprie riserve idriche complessive.
Come evidenziato da Pere Aragonès, presidente della Generalitat de Catalunya, la speranza è di superare quella che è stata definita come la peggiore siccità dell’ultimo secolo in Catalogna grazie a “collaborazione, sforzo condiviso e investimenti ben indirizzati”. Questi ultimi sono stati accelerati a seguito dell’attivazione ufficiale del piano di emergenza idrica.
La reazione dei dipendenti e dei sindacati
La reazione dei dipendenti Freixenet – l’azienda ha previsto un taglio di 180 posti, circa un quarto della forza lavoro complessiva – alla comunicazione dell’azienda è stata tutto tranne che positiva. Forte contrarietà hanno palesato pure i rappresentanti dei sindacati, contestando il riferimento alla siccità come fattore che ha inficiato i numeri della produzione e la buona gestione dei costi.

Dipendenti dell’azienda e sindacati hanno portato l’accento sul fatto che, secondo i dati ufficiali del governo catalano, il problema della siccità sarebbe arrivato a conclusione ufficiale lo scorso mese di aprile. Degne di nota sono in particolare le dichiarazioni di Antonio Dominguez, responsabile sindacale presso il settore Cava che, raggiunto dai media locali, ha affermato che, anche se la vite necessita di tempo per riprendersi, in Catalogna sta piovendo da tre mesi.
I sindacati hanno annunciato mobilitazioni, mettendo in primo piano già una data, ossia lo scorso 1° maggio, giornata della festa del lavoro. Hanno descritto la misura come “ingiusta e inaccettabile”. Si tratta di una scelta non nuova da parte dell’azienda che, anche nel 2024, aveva avanzato le medesime motivazioni, respinte, per giustificare il taglio di 615 posti di lavoro.
Il dramma della siccità in Catalogna
La siccità in Catalogna ha avuto un impatto profondo sull’economia e la qualità della vita degli abitanti della regione spagnola con governo autonomo. Degno di nota è stato l’annuncio, risalente allo scorso ottobre, relativo a una possibile restrizione dell’uso dell’acqua in caso di mancanza di precipitazioni nei giorni successivi.

Ai tempi, si guardava con occhi allarmati la riduzione dei bacini idrici, costante da luglio 2024. Il problema della siccità , in questi anni, in Spagna ha colpito anche altre zone oltre alla Catalogna. Tra queste rientra, per esempio, l’Andalusia con i suoi viticoltori. Gli attori di questa filiera, più o meno dal 2022, stanno vedendo la loro produzione calare, con conseguente aumento dei prezzi al consumo.
In Catalogna, il primo trimestre dello scorso anno è stato classificato come il più caldo dal 1961 a questa parte, anno in cui hanno preso il via ufficialmente le rilevazioni della situazione climatica. Nel febbraio del 2024, non a caso, Barcellona ha dichiarato la situazione emergenziale, decretando, nell’area circostante la metropoli, importanti restrizioni all’uso non domestico dell’acqua.